A volte un turnover elevato rallenta la crescita dei team, e aumenta la fatica di ciascuno nel creare un ambiente produttivo e sereno. Scopriamo in che modo le politiche di welfare aziendale possono supportare invece la retention dei talenti all’interno di un luogo di lavoro.
Turnover eccessivo: perché può diventare un problema
Il turnover del personale rappresenta in realtà un fenomeno comune nelle aziende di ogni dimensione e settore. Esso indica la frequenza con cui i dipendenti lasciano l’organizzazione, sia volontariamente che involontariamente (es. contratto non rinnovato).
Esiste un turnover fisiologico: il naturale flusso di assunzioni, licenziamenti e pensionamenti può avere dei risvolti positivi, rendendo l’organizzazione più flessibile e reattiva, in cui nuovi stimoli e idee mantengono vivo l’interesse dei suoi lavoratori. Un turnover troppo basso può essere dunque interpretato come sintomo di mancanza di innovazione e, quindi, di abbassamento della competitività sul mercato.
Esiste però anche un ricambio che impatta negativamente: diventa turnover patologico quando il normale flusso di ricambio diventa troppo elevato e provoca conseguenze importanti.
Cause ed effetti del turnover dipendenti
È importante individuare le cause per cui l’azienda non riesce ad aumentare la propria retention di talenti. Alcune delle più comuni sono:
- poca trasparenza nella comunicazione interna;
- assenza di prospettive di carriera e di crescita all’interno dell’azienda;
- obiettivi, mansioni e aspettative poco chiare;
- una errata gestione dei conflitti interni;
- carichi di lavoro eccessivi;
- scarsa flessibilità lavorativa;
- leadership non adatta o mancanza di essa;
- mancato coinvolgimento del personale nelle dinamiche aziendali;
- cattivo rapporto tra colleghi.
Le conseguenze di una scarsa retention, e quindi della incontrollata “fuga di talenti”, sono ben più importanti di quanto si creda. Si traducono per esempio in costi considerevoli per l’azienda per selezionare, formare e integrare continuamente nuovo personale; i nuovi assunti richiedono un tempo maggiore per raggiungere il livello di efficienza dei dipendenti più esperti; i colleghi rimasti potrebbero avere un maggiore carico di lavoro, rischiando di sentirsi insicuri e demotivati. In generale, oltre ai problemi interni, un alto tasso di turnover può creare un’immagine negativa dell’azienda, scoraggiando potenziali candidati e clienti.
Ridurre il turnover dei dipendenti con il welfare aziendale
Contro il turnover patologico, la retention diventa un obiettivo imprescindibile per ogni azienda. Una forza lavoro stabile e motivata contribuisce alla crescita dell’impresa, alla fidelizzazione dei clienti e al miglioramento della reputazione aziendale.
Bisogna ricordare che l’obiettivo non è solo evitare la perdita di talenti, ma anzitutto costruire passo dopo passo un ambiente tranquillo dal punto di vista dei rapporti e stimolante dal punto di vista delle idee. Un’azienda che si occupa delle proprie persone crea un circolo virtuoso, in cui i dipendenti sono motivati e felici di dare il meglio di sé.
Di seguito, solo alcune pratiche di welfare aziendale che potrebbero aumentare la retention dei talenti e migliorare l’ambiente di lavoro per tutti i dipendenti, nuovi o meno:
Assistenza sanitaria integrativa
In una vita piena di impegni, persino un argomento importante come la salute rischia di finire in secondo piano. Con un’assistenza integrativa, che può essere estesa in molti casi anche alla famiglia intera in caso di necessità, l’azienda regala ai dipendenti dei grandissimi benefici: un accesso rapido e personalizzato alle cure, una maggiore tranquillità e una migliore qualità di vita. Chi può usufruire di determinati vantaggi, e quindi anche di maggiore benessere, è felice di lavorare in un ambiente che si occupa anche della salute fisica delle sue persone.
Programmi di supporto psicologico
Fisica, ma non solo: in un luogo di lavoro, oggi non può mancare un servizio di ascolto e di supporto per la salute mentale della persona. Ricevere un servizio di counseling formulato ad hoc, con figure come psicologi iscritti all’albo o welfare specialist, apre alla possibilità di affrontare al meglio le sfide quotidiane, sia personali sia professionali.
Politiche di lavoro flessibile
una grande opportunità per permettere ai dipendenti di conciliare più facilmente vita lavorativa e privata. Le possibilità sono tante, tra accordi individuali di smart working, orari flessibili o job sharing. Organizzare il lavoro in modo più autonomo è una delle chiavi per ridurre turnover del personale e creare un ambiente produttivo e rilassato.
Fonti:
https://blog.reverse.hr/turnover
https://appmynet.it/turnover-personale-aziendale-calcolo
https://factorial.it/blog/turnover-del-personale-software-hr