Sostegno genitori lavoratori: consigli e risorse

Diventare genitori è una delle sfide più grandi per una persona, specialmente per chi lavora. Le aziende che offrono misure concrete di sostegno genitoriale possono migliorare non solo il benessere del singolo dipendente, ma tutto l’ambiente lavorativo. Scopriamo come.

Quanto è importante per un’azienda sostenere i dipendenti che diventano genitori? Il sostegno ai genitori in azienda genera un circolo virtuoso: genitori meno stressati nella vita personale sono meno stressati sul posto di lavoro; questo rende l’ambiente più sereno, aumenta la fiducia da parte dei dipendenti, migliora il senso di appartenenza e l’engagement, e la produttività ne beneficia grandemente.

In che modo un’azienda può dare un sostegno decisivo ai genitori lavoratori? Vediamo insieme quali sono le misure più comuni, ma anche in che modo ogni azienda può migliorare ulteriormente il work life balance delle famiglie con figli.

Sostegno genitori in azienda, quali azioni concrete?

L’obiettivo è ovviamente duplice: poter combinare il benessere dell’individuo genitore, dentro e fuori dall’ufficio, con la sostenibilità delle misure da parte dell’azienda su un livello organizzativo.

Ogni realtà può scegliere e integrare tra loro diverse macroaree, come smart working, rimborsi e voucher, oltre che contributi monetari. Ogni realtà può trovare un proprio equilibrio anche sperimentando nuove forme di welfare aziendale: per uno step in più, che migliori davvero l’ambiente in azienda, la consulenza di un welfare specialist può rivelarsi essenziale.

Congedi prolungati e flexible working

L’Italia si sta muovendo in una direzione di maggiore supporto genitoriale: grazie alle nuove misure della Legge di Bilancio 2024, sono saliti a 2 i mesi di congedo parentale retribuiti all’80%.

Dal canto loro, le aziende possono prevedere misure extra per aiutare i neogenitori: integrare con un contributo economico il periodo di maternità facoltativa, oppure prolungare il congedo di paternità e retribuirlo al 100%. Ci sono aziende che già oggi prevedono un congedo totale di 16 settimane retribuite ai genitori, senza distinzione di genere.

Di certo la vita di un genitore continua post congedo parentale, spesso con responsabilità che sono difficili da portare avanti senza un sostegno concreto nell’organizzazione della quotidianità. Un’opzione valida è integrare in azienda un modello di lavoro flessibile. Un esempio potrebbe essere ripartire il tempo lavorativo tra ufficio e smart working, aumentando la percentuale del secondo in caso di neogenitori. Le aziende possono decidere anche di integrare i bisogni a livello strutturale, ad esempio predisporre asili nido all’interno delle proprie sedi; oppure prevedere un supporto per il babysitting domiciliare.

Contributi agli acquisti e rimborsi

Oltre la riorganizzazione del lavoro, una modalità di supporto molto utile ai genitori è quella dei contributi per gli acquisti e dei rimborsi di prodotti per i loro figli.

Facili da integrare sono per esempio i voucher, destinabili a prodotti essenziali come alimenti per l’infanzia, pannolini, abbigliamento o giocattoli in store dedicati; i rimborsi su spese scolastiche (iscrizione ad asilo nido e dopo-scuola, libri, abbigliamento ove previsto) e sul servizio di baby-sitting; oppure ancora, se l’azienda lo prevede, un piano di assistenza sanitaria integrativa a prezzo ridotto per i figli.

Oltre voucher e rimborsi, esiste la possibilità di destinare un contributo economico sulle piattaforme di welfare aziendale, da poter spendere in beni e servizi, o per la cura e la formazione dei figli.

Supporto e coaching per le neomamme

Il rientro post maternità è un periodo a dir poco delicato per una neomamma: oltre a dover riorganizzare la vita famigliare per il nuovo arrivato, la persona si ritrova ad affrontare il reinserimento in azienda dopo uno stop prolungato.

In un momento simile, si può iniziare dallo stabilire quali sono gli obiettivi concreti che vengono richiesti alla lavoratrice, in accordo con la persona, e mettere a disposizione un sostegno legale e/o psicologico per entrare nel nuovo, duplice ruolo di lavoratrice e genitrice. Da questo punto di vista, un welfare specialist in azienda può davvero fare la differenza.

Fonti:
https://www.vanityfair.it/article/aziende-lavoro-diritti-genitori

https://www.ilsole24ore.com/art/genitori-come-l-aiuto-dell-azienda-gestire-figli-migliora-produttivita-AFhi7nWD

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