Non sentirsi valorizzati sul lavoro: succede ad un dipendente su due

Un lavoratore soddisfatto, che si sente apprezzato per le sue competenze e vede riconosciuti i propri meriti, è il vero capitale di un’azienda. Ma stanno diventando sempre meno le realtà lavorative in grado di valorizzare realmente le proprie risorse umane: lo prova la crescita esponenziale del fenomeno della Great Resignation, ossia l’ondata di dimissioni volontarie da parte di migliaia di lavoratori in tutto il mondo. Come far fronte a questo fenomeno?

Le attuali dinamiche lavorative tendono ad anteporre la produttività e il raggiungimento degli obiettivi al benessere, la crescita e la gratificazione dei propri dipendenti. A confermarlo è un recente studio americano, dal titolo “Recognition in the Workplace”, che mette in risalto come, circa un dipendente su due, percepisca una mancanza di gratificazioni sul luogo di lavoro: da parte dei propri colleghi (4 dipendenti su 10) come dai propri datori di lavoro (il 22% dei lavoratori sostiene di non aver mai avvertito riconoscenza da parte di questi ultimi).

Ma sono anche altri report ad evidenziare questo fenomeno di insoddisfazione che porta inevitabilmente alla Great Resignation, ossia un effetto domino di dimissioni volontarie: Unleash ha dimostrato come i dipendenti non apprezzati abbiano il doppio delle probabilità di licenziarsi mentre, dalla piattaforma Medium, si evince che il 69% dei lavoratori americani lavorerebbe con maggiore impegno se si sentisse gratificato.

Perché motivare i dipendenti fa aumentare la loro produttività

Rafforzare il coinvolgimento e la motivazione del proprio team è diventato un fattore chiave per il successo di un business. Non solo per evitare fughe di talenti ma soprattutto perché le persone diventano un valore per l’azienda quando sono realmente coinvolte, quando si sentono parte integrante di quella realtà, quando agiscono in modo strategico e orientato alla mission dell’organizzazione, sia nello svolgimento del proprio ruolo sia al di là di questo. Una risorsa che vede riconosciuto il proprio lavoro è motivata a fare sempre di più, perché acquista la consapevolezza che i suoi sforzi contribuiscono nel modo giusto.

Cambiare la cultura aziendale è l’unica via con cui manager e responsabili delle risorse umane possono far fronte a questo fenomeno. È necessario che l’ambiente di lavoro sia quanto più sano, empatico ed inclusivo possibile, di modo da diventare gratificante per chi già lavora in azienda e appetibile per i nuovi candidati.

Fonti:

www.hrnews.it/un-dipendente-su-due-non-si-sente-apprezzato-a-lavoro/

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