Flessibilità lavorativa: i benefici per dipendenti e aziende

Nuovi scenari e nuove soluzioni per un mondo del lavoro in trasformazione: come far sì che la flessibilità lavorativa apporti vantaggi sia alle aziende sia alle persone che lavorano per esse?

Il nostro rapporto con il lavoro e con l’ambiente di lavoro si è profondamente modificato: ragioniamo per obiettivi invece che contare le ore in ufficio, lo smart working è una dinamica sempre più presente, l’equilibrio tra vita lavorativa e privata diventa ormai un punto cardine anche durante la ricerca del lavoro. In generale, chi lavora chiede più flessibilità rispetto al passato, aspetto che può rivelarsi un beneficio per entrambe le parti.

Tra il fenomeno del quiet quitting e un incremento dell’attenzione verso il work life balance, tra lavoro da remoto e orari di lavoro non definiti, una cosa è certa: oggi integrare la flessibilità sul lavoro diventa imprescindibile per attrarre risorse qualificate e migliorare l’ambiente in azienda.

Vantaggi della flessibilità sul lavoro

Implementare la flessibilità nella gestione aziendale può rivelarsi una strategia vincente, sia per le aziende sia per i loro lavoratori. Scopriamone insieme alcuni dei benefici.

Migliore gestione delle risorse umane

Il successo di un progetto dipende molto spesso dalle persone all’interno del team e dalle loro capacità. Quando le soft skills di ciascuno si integrano bene con quelle gli altri, il lavoro scorre in maniera dinamica e puntuale e gli obiettivi sono più facilmente raggiungibili. Un’azienda può trarre grande vantaggio dalla flessibilità da questo punto di vista: l’utilizzo di contratti ad hoc permette di gestire meglio le risorse umane a disposizione, e di conseguenza la forza lavoro da coinvolgere a seconda delle necessità. In questo modo, non sussiste il solo legame con l’orario lavorativo, ma con degli obiettivi reali da raggiungere insieme.

Più flessibilità, più talenti in gioco

Essere flessibili permette di aprirsi a nuove prospettive, nonché a professionisti di ogni tipo che possono rivelarsi un’aggiunta utilissima all’ambiente di lavoro. Un esempio di questo sono, ancora, i contratti flessibili, che consentono di integrare nei team neomamme, studenti o freelance: scindere la produttività dalle canoniche 8 ore di lavoro in ufficio lascia aperta la porta a nuove risorse, che possono davvero fare la differenza.

Il lavoro flessibile permette anche di assumere personale a distanza, al di fuori della più ristretta area geografica di riferimento. Anche questo torna utile all’azienda, sottoforma di maggior varietà di creatività e di pensiero, in ottica di arricchimento delle risorse umane anche dal punto di vista produttivo.

Maggiore soddisfazione sul posto di lavoro

La flessibilità dona un nuovo equilibrio, più incentrato sulla soddisfazione personale che, di conseguenza, ha un impatto positivo su tutto l’ambiente di lavoro. È più tranquillo il dipendente che pianifica il suo tempo in modo più libero, che concilia vita privata e lavoro e che – spesso – riesce a risparmiare sui costi per raggiungere l’ufficio.

Adattare metodologie e strategie aziendali alle persone consente dunque di creare più soddisfazione e più coinvolgimento, aumentando anche la retention dei talenti in un mondo lavorativo in cui il job hopping è una pratica sempre più frequente.

Miglioramento delle condizioni psico-fisiche di chi lavora

Implementare misure di welfare aziendale è la base per alimentare la felicità sul lavoro. Nel macro-mondo del welfare, in cui la lotta al burnout lavorativo è sempre in atto, è dimostrato che la flessibilità lavorativa riduce lo stress da lavoro e abbassa i livelli di negatività e demotivazione, in favore di maggiori coinvolgimento e fidelizzazione.

Fonti:
https://www.hrnews.it/lavoro-flessibile-quali-i-vantaggi-per-unazienda/ https://factorial.it/blog/flessibilita-lavorativa-dipendenti/#flessibilita-lavorativa-vantaggi-e-svantaggi

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