La diversità è un valore: l’importanza dell’inclusività in azienda

Quando parliamo di un’azienda diversificata e inclusiva ci riferiamo ad un posto di lavoro che promuove le particolarità e le differenze di ogni gruppo sociale, che possono riguardare l’età, le abilità, la cultura, l’appartenenza etnica, l’orientamento sessuale così come quello religioso e l’identità di genere.
Negli ultimi anni si è sentito spesso parlare di come valorizzare questi aspetti non paghi solo in termini di ricchezza morale, ma sia diventata anche una leva di business. Diversità e inclusione sul posto di lavoro significa infatti anche crescita del valore economico e umano della propria organizzazione; migliori performance; incremento del benessere aziendale; attrazione di nuovi clienti e stakeholder; miglioramento della qualità delle decisioni prese, nonché maggior sviluppo di idee innovative. Vediamo perché.

Migliore è l’inclusione, migliore è il percepito da parte dei clienti

A dirlo sono i numeri del Diversity Brand Index 2019 che danno una panoramica sulla diversity in Italia, evidenziando come i brand percepiti come più inclusivi influenzino anche le scelte d’acquisto delle persone: li sceglie infatti il 51% dei clienti così come il 23% preferisce brand che investono sulla Diversity & Inclusion. Inoltre, 3 persone su 4 sono sensibili al messaggio di inclusività dei brand. Per quanto riguarda poi la crescita, nel 2019 i brand che hanno investito sulla Diversity & Inclusion sono cresciuti del 20% con un passaparola aumentato dell’85,1%.

Mamme a lavoro: una marcia in più

Per quanto riguarda il ruolo delle donne in azienda le discriminazioni non si limitano solo agli stipendi o alle possibilità di carriera. Spesso le mamme lavoratrici vengono escluse da ruoli di potere, perché si pensa che abbiano dei limiti in termini di orari o di possibilità. Eppure chi diventa madre acquisisce delle skills preziose nella vita quanto sul lavoro: la resilienza, la capacità di mediare tra persone molto diverse, la capacità di sapere gestire i tempi meglio di altri, dovendo sfruttare al massimo ogni minuto, così come la concretezza e altro ancora.

Più generazioni, più punti di vista

La differenza anagrafica tra i diversi dipendenti può essere vista come un ostacolo, ma valorizzata nel modo giusto può essere un ottimo motore per l’azienda, a causa delle diverse visioni, del diverso modo di vivere il lavoro e delle competenze che ogni generazione porta con sé. Chi è più giovane potrà fare da tutor a chi è più anziano per quanto riguarda determinate tecnologie e chi è più anziano potrà regalare la propria visione d’insieme a chi è meno esperto.

Il ruolo dei servizi di counseling

Come si può vedere, i motivi per puntare sulla diversity sono davvero tanti, e tutti molto validi. Ma, nonostante la D&I sia diventata una prerogativa della maggior parte delle policy aziendali, per essere un’azienda inclusiva non basta assumere persone diverse, bisogna fare in modo che queste persone si sentano davvero protagoniste dell’azienda e non relegate a un ruolo marginale, libere di esprimersi e non costrette a omologarsi agli altri per convivere con le loro diversità. E proprio in questa direzione i servizi di counseling possono svolgere un ruolo di supporto, permettendo attraverso l’ascolto di valorizzare ogni figura, aumentare l’empowerment e il senso di appartenenza all’organizzazione e in ultima istanza migliorare il clima aziendale.

Fonte: https://www.in-recruiting.com/it/diversity-inclusione-risorse-umane/

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