ISSIM è da sempre impegnata nella missione di migliorare il benessere delle persone nei luoghi di lavoro. Nella nostra epoca storica caratterizzata da velocità e competizione, il burnout è tra le minacce più grandi che affrontiamo. Impariamo insieme a riconoscerlo e a evitarlo.
Il l burnout, o sindrome da esaurimento professionale, è un fenomeno sempre più diffuso nel mondo del lavoro contemporaneo. Pensavamo che fosse legato principalmente al periodo Covid e al post pandemia, ma invece è sempre più incalzante: secondo una ricerca di Boston Consulting Group condotta a inizio 2024 su 11mila dipendenti in otto Paesi di aree geografiche diverse, il 48% dei lavoratori a livello globale soffre di sindrome di burnout.
Vediamo insieme allora come riconoscerlo, come curarlo e, soprattutto, in che modo prevenirlo.
Cos’è il burnout
Il burnout sul lavoro si manifesta quando le richieste lavorative superano le risorse individuali, portando a un senso di apatia, cinismo e inefficacia. È qui che l’individuo comincia a manifestare i sintomi di un profondo esaurimento emotivo, fisico e mentale.
“Esaurimento” proprio nel senso etimologico della parola: la persona ha letteralmente “esaurito” le proprie energie per affrontare le task lavorative, anche quelle più semplici e quotidiane.
Burnout: cause e sintomi
Come si arriva a uno stato del genere? Le cause sono molteplici e possono comprendere un carico di lavoro eccessivo, scarsa autonomia, relazioni interpersonali difficili e mancanza di riconoscimento.
Non è una novità che spesso all’interno delle aziende ci siano problemi di organizzazione interna e di distribuzione del lavoro. Questo purtroppo finisce per sovraccaricare i lavoratori, facendo in modo che accumulino ore extra, scadenze difficili da rispettare e, a volte, anche responsabilità eccessive. Tutto questo genera un’insoddisfazione che aumenta nel momento in cui non si viene ascoltati e si percepisce di non avere più il controllo sulle proprie mansioni. La frustrazione e la demotivazione peggiorano davanti a conflitti con i colleghi – anche momenti di semplice discussione che però, in questi casi, finiscono per venire ingigantiti dalla stanchezza cronica.
È qui che lo stress da lavoro drena ogni tipo di motivazione e di entusiasmo nella vita lavorativa di ogni giorno. La persona che soffre di burnout inizia ad accusare difficoltà a concentrarsi, sentimenti di apatia, cinismo, distacco emotivo e irritabilità; le conseguenze possono coinvolgere anche il corpo, con disturbi gastrointestinali, emicranie, disturbi del sonno e dell’appetito. Questo porta ovviamente a una riduzione delle performance, con maggiore frequenza di errori e difficoltà a prendere decisioni.
Le conseguenze sui luoghi di lavoro
Oltre a minare la salute dell’individuo, i casi di burnout possono essere incredibilmente dannosi dal punto di vista aziendale.
Oltre a minare la salute dell’individuo, i casi di burnout possono essere incredibilmente dannosi dal punto di vista aziendale.
I dipendenti in burnout, con la loro difficoltà a concentrarsi e la loro mancanza di energie, non riescono a rispettare gli standard lavorativi e di produttività, né tantomeno le consegne loro assegnate. In più, la loro capacità creativa e di problem solving diminuisce, limitando anche la capacità dell’azienda di adattarsi ai cambiamenti. I processi vengono rallentati e i dettagli sono meno curati, con un impatto importante sui prodotti e i servizi finali che giungono ai clienti.
Nell’ambiente lavorativo si percepisce, così, un grosso calo della motivazione e del senso di appartenenza: chi è in burnout è molto meno legato all’azienda e dimostra meno volontà di impegnarsi per il raggiungimento degli obiettivi, sia personali sia aziendali. Questo può generare un aumento dei conflitti tra colleghi e con i superiori – sfociando a volte in un alto tasso di turnover.
Come prevenire e gestire il burnout
Prevenire e gestire il burnout richiede un approccio multifattoriale che coinvolga sia l’individuo che l’organizzazione. Ecco alcuni suggerimenti:
- Promuovi un equilibrio tra vita lavorativa e personale. Incoraggia i dipendenti a prendersi delle pause, a stabilire dei limiti e a dedicare del tempo alle proprie passioni. Ci sono diverse modalità per farlo: si può stabilire flessibilità oraria e modalità di lavoro che agevolino questo meccanismo, come lo smart working o un part-time; ricordare ai lavoratori che ferie e periodi di riposo sono un diritto, e che sono fondamentali per ricominciare al meglio; costruire attività di team building al di fuori dell’ambiente lavorativo.
- Delega le responsabilità. Evitare di sovraccaricare i dipendenti e incoraggiarli a delegare compiti quando possibile: anche così si crea una vera squadra.
- Crea un ambiente di lavoro positivo. Un luogo dove c’è collaborazione, rispetto e riconoscimento è un luogo di lavoro che fa del bene a sé stesso e a tutte le persone al suo interno. In un ambiente positivo vengono offerte opportunità di crescita professionale, si incoraggia una comunicazione aperta e trasparente, si valorizzano le skill dei dipendenti.
- Ascolta i dipendenti e favorire la comunicazione aperta. Crea un ambiente in cui tutti si sentano liberi di esprimere le proprie preoccupazioni e di chiedere aiuto.
- Fornisci supporto psicologico (e non solo). Metti a disposizione dei dipendenti programmi di assistenza psicologica e consulenza, che possano restituire in modo professionale una lettura diversa del proprio vissuto: in questi casi, un welfare specialist è la figura adatta per guidare le aziende a evitare casi di burnout.
- Insegna tecniche di gestione dello stress. Offri corsi di formazione su tecniche come la mindfulness, la respirazione profonda e la gestione del tempo.